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Pellegrinaggio al salone del cambiamento

EICMA 2013 moto per ricchi e moto per poveri

Sembra che le case abbiano capito che il mercato sta cambiando, che piano piano ma inesorabilmente la borghesia, la middle-class, sta scomparendo. A Milano abbiamo visto moto premium e regine del marketing ma anche moto semplicemente fascinose a prezzi abbordabili. E questo è un bene per il mercato, che nonostante le case diano dati ben camuffati nei numeri, è in un baratro mostruoso per tutte. E noi, un gruppo di riminesi viscerali, veri appassionati di motociclette di qualsiasi marca, non potevamo mancare l’appuntamento meneghino.

Anzi abbiamo cominciato a pregare durante il viaggio verso la fiera, perchè qualche cambiamento si vedesse dalle ultime due edizioni precarie del salone. Un vero viaggio di pellegrini fedeli.

Primo pellegrinaggio Ducati

Non ci ha entusiasmato il nuovo Monster che nonostante le linee tondeggianti richiamino il modello del grande successo, ha perso il cuore, con quelle parti in vista sfacciatamente pressofuse.
La 899 ci voleva per provare a vendere la Panigale e la Superleggera anche, ma senza vittorie nel mondiale è un peccato metterla in salotto. Interessanti le marmitte e il retro della DD di Dovizioso che hanno incuriosito Piadina

Secondo pellegrinaggio BMW

Bella la nuda, ha cuore e mostra passione, pochi ferri che sembrano assemblati a mano, ricavati dal pieno. Grintosa dedicata a chi possa mettere la seconda moto in garage.
La nuova ADV ci è sembrata una accozzaglia di plastiche e componenti assemblati senza logica. Dopo una serie vittoriosa in tutto negli anni ci aspettavamo di più, ma con il marketing che c’è dietro sicuramente le venderanno.
L’RT è bella a metà, sembra quasi che abbiamo finito la matita mentre la disegnavano. Tanto lavoro per fare una bella carrozzeria che poi si appoggia pesantemente sui cilindri. Bello il cruscotto e il retrotreno con le borse grandi del 6 cilindri. Il muso con i fari lascia perplessi con la luce centrale arretrata che  lo fa sembrare handicappato. Essendo comunque la più completa del suo settore i numeri ci saranno indipendentemente dal carattere estetico. Si compra perchè e unica non perchè e bella.

Abbiamo fatto anche un saluto allo stand di Superbike, la rivista specializzata per gli amanti delle curve stese

 

E poi due marche vicine a noi riminesi.

Bimota, dove era esposta la HB1, la prima moto fatta negli anni settanta con il telaio che tanto fece ammattire in produzione Dervis che ci ha spiegato il lavoro fatto a quei tempi, e la prima realizzazione motorizzata BMW

E MV Agusta dove era esposta l regina del salone
Assieme alle F3 in varie versioni e alle F4 e Brutale la Turismo Veloce faceva la sua porca figura.
Perfetta nella esecuzione e nella scelta delle linee. Tese e raccordate, morbide ma decise, Il cupolino che scende fino ad unirsi al radiatore, senza interruzioni e accozzaglie di plastiche viste su altre moto simili. E poi non c’è il becco della BMW rivisitato, finalmente. Il retrotreno è pulitissimo con e senza borse e queste ultime sono rifinite al pari della motocicletta. Perfette negli accoppiamenti. Se il marketing e il commerciale saranno bravi come lo sono stati in CRC i numeri non potranno mancare.

 

Honda ha fatto il verso alla CBX 400 degli anni ottanta quando ha disegnato le marmitte della nuova media CB650F, moto che ha i mezzi per fare grandi numeri.

Yamaha con la MT 09 parte con i nuovi 3 cilindri montati su motard cattivi ed abbordabili dedicati i giovani.

Kawasaki ha messo le borse sulla 1000 sportiva e ha fatto una bella nuda di basso prezzo.

Queste giapponesi puntano sul pubblico da poca spesa pensando ai grandi numeri.

Suzuki è riuscita a fare la moto più brutta del salone, copiando male il becco che si diceva prima.
Da una casa che dimostra di saper far bene le nuova MotoGP ci si aspettava di più.

Aprilia e altre belle interpretazioni nella galleria

E che ripresa sia.

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