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Elefantentreffen 2012

Anche quest’anno come di consuetudine abbiamo partecipato al raduno degli elefanti. Perché partecipare? Sicuramente perchè la storia ci consegna un raduno che ha oltrepassato il mezzo secolo di longevità, perché nonostante i diversi cambi di luogo, nonostante  i diversi cambi di generazione , le generazioni  hanno saputo mantenere quello spirito primordiale in cui era nato. Spirito fatto di semplicità, di cruda e semplice amicizia, sana solidarietà .

Periodo, 1956 in cui, appena conclusasi la seconda guerra mondiale, tutti si sentivano più vicini , uniti dalla possibilità di riemergere da un periodo cosi negativo, uniti dalla stessa passione comune , un semplice residuato bellico, una Zundapp Ks 600 , una moto di uso comune , popolare. Lo spirito di ritrovarsi per condividere la stessa passione, le stesse emozioni, ha oltrepassato gli anni , ha varcato le frontiere, ha oltrepassato il Brennero, ha saputo resistere alle crisi petrolifere ed è arrivato sino ai giorni nostri,consegnandoci una delle esperienze motociclistiche più estreme, più genuine, più primordiali, che un motociclista possa fare oggi.

Si, primordiali perché andare all’elefante, percorrere  2000 km con una temperatura media di -10 ed oltre, oltrepassare il Brennero, fermarsi per ristorarsi al caffè  sul Brennero dopo 5 ore di strada, entrare , vedersi salutare dal proprietario in maniche corte che ti accoglie ringraziando la mite giornata, ti fa pensare…

Torni fuori , riguardi la temperatura nella colonnina di mercurio appesa all’esterno, pensando di non aver visto bene, metti a fuoco per dieci secondi e realizzi che i meno 9 non sono poi cosi eccessivi, fai finta di niente, non ci pensi,torni dentro, bevi la cosa più bollente che la macchina del caffè possa generare, non conta , fa freddo. Ti rivesti e continui, non vedi l’ora di arrivare, sei entusiasta, il freddo è solo nella tua mente, quando ci pensi. Il tuo pensiero è tutto per l’arrivo, pensi al raduno, alle gente che incontrerai , se rivedrai gli stessi di anno scorso, pensi a come e dove mettere la tenda, alla paglia , alla legna per il fuoco, pensi a tutto, ma non al freddo.

Non pensi al freddo, c’è tanto freddo, non conta con cosa vai, non conta se hai la moto nuova, non conta se hai  l’ultimo modello di giacca BMW filato con fili d’argento, non conta se hai il giubbetto riscaldato ad energia nucleare, se hai una tuta spaziale presa dai magazzini della Nasa; all’elefante è freddo  e basta.

L’unica cosa che ti può dare un po’ di conforto è la legna e la paglia; non vedi l’ora di svoltare per Solla e  vedere il contadino per strada che con la sua cariola ti offre una balla di paglia alla modica cifra di 4 euro, non c’ è prezzo per la paglia. Il poterti sedere su una calda e comoda balla ti da una motivazione irresistibile, irresistibile come la voglia di caricarsi sulle spalle una fascina di legna di 30 kg trasportarla per 1 km, tagliarla con la sega del vicino, e accendere un fuoco.

Fuoco come punto di incontro, dove intorno le persone si ritrovano,  un semplice fuoco per raccontarsi aneddoti ,esperienze, vicissitudini e fatti comuni,tutte li intorno ad un fuoco.

La sera trascorre tra la visita di una tenda e l’altra, tutte con l’ospitalità del benvenuto, non conta se sei italiano, tedesco, polacco o altro, conta essere li a condividere le stesse emozioni. Ti può capitare di andare in una tenda dove tutti sono in giro, non c’è nessuno, è tutto li, nessuno tocca niente, la ruota non la rubano, la sostituiscono, rispetto, chiunque tu sia, fai parte dell’ elefantentreffen.

Torni in tenda vai a letto, fa freddo, non ci pensi, ti alzi alla notte vuoi bere  ma l’acqua che avevi portato nella tenda si è congelata dal freddo, allora la metti dentro il sacco a pelo e ti riaddormenti, la berrai l’indomani.

La mattina ti risvegli con un semplice gesto, il resto lasci perdere, non serve, sei all’elefante. Trascorri la tua giornata girovagando nell’intento di trovare la cosa più strana che la mente umana possa concepire con attaccate due o tre ruote, mai quattro. La ricerca del paranormale fa ritornare ad essere bambino, dove qualsiasi cosa che  non fa parte della tua memoria è una cosa fantastica, a prescindere.

Ti prepari per il ritorno, la mattina seguente, rinsacchi tutto, togli la paglia da dentro la tenda e la ripieghi a fatica sulla neve gelata; saluti tutti e prometti che l’anno prossimo sarai ancora li, attorno al fuoco a condividere emozioni.

Parti, la strada sembra il doppio, il freddo sembra più freddo, non arrivi più.

Ad ogni sosta incontri qualcuno che ti saluta, anche se ha la sella riscaldata ha freddo pure lui, siamo entrambi posseduti.

Arrivi a Mantova saluti tutti, e prosegui solo, fino a quando non incontri “uno”, non importa chi sia,  lui era li , anche lui, vi fate compagnia sino a Forlì, vi salutate come se vi foste sempre conosciuti, come se lui fosse il tuo grande amico, vi promettete di rivedervi l’anno prossimo.

Lui è di Ancona, solo, non conta, aveva una Suzuki Vstom, non conta, aveva un giubbotto giallo fluorescente riciclato da qualche azienda, non conta, aveva le muffole fatte con due taniche di plastica tagliate, non conta; eravamo tutti la insieme, questo è quello che conta veramente.

Al prossimo anno.

Matteo

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